Tiranno e' il tempo che vola cosi' in fretta, che sfugge tra le mani e fatica a farsi dare un senso! Tiranno e' il lavoro, uno strozzino vero e proprio che piu' gli dai e piu' ne vorrebbe! Tiranna e' la mente che crea tranelli ed inganni ogni attimo, tranelli mentali che si mascherano da ostacoli mentre corri, delusioni lavorative, nervosismo cronico, ansia e preoccupazioni per problemi inesistenti....
In un tale stato psicosomatico si e' veramente sicuri di Vivere? Non e' che ci si trascina attraverso le esperienze alla ricerca del senso?
I principali effetti di questo periodo sono, purtroppo, una certa altalenanza dell'umore, tanta stanchezza che culmina in emicrane e giornate passate tra quattro mura a cercare di fare pace con il fatto che non e' sempre vero che la competenza e la conoscenza paga, mentre puo' essere vero il contrario. La sensazione e' di vuoto e delusione anche se forse sarebbe meglio parlare di disillusione...ma hi l'ha detto che a trent'anni bisogna rassegnarsi? E se non fosse cosi', come ci si mette in cerca della propria passione, del proprio lavoro ideale di qualcosa che muove il cuore, alimenta la mente e aiuta a costruire Il Senso?
Effetto positivo...nonostante la stanchezza, evitando i giorni in cui l'emicrania mi era una costante e fedele compagna, sono riuscita a continuare a correre, provando un senso di leggerezza e di sollievo alla fine.
Inoltre, ho mantenuto la promessa di documentarmi sul programma da seguire ed ho fatto la mia scelta: il Metodo Galloway e' sicuramente quello che fa per me!
Non posso e non ho un target di tempo per finire la mia impresa, mi interessa piu' che altro finirla sulle mie gambe e poter continuare a contare su di loro anche nei giorni successivi :-)
Le motivazioni che mi hanno fatto propendere per questo metodo sono principalmente due. In primo luogo, le uscite e il chilometraggio durante la settimana e' quello che piu' si adatta al mio attuale stile di vita e ai miei impegni lavorativi. Il metodo, infatti, prevede 2 uscite di matenimento da un massimo di 12 km e un'uscita durante il weekend che allunga il chilometraggio nell'ottica di aiutare il fisico ad adattarsi gradatamente ai fatidici 42 km. Infine, Galloway ha ideato questo metodo per offrire a chiunque la possibilita' di farcela, ammettendo delle pause di cammino da inframezzare alla corsa sia per fornire delle pause di ristoro al corpo, sia per frammentare i 42 km in un modo tale che possano sembrare meno "pesanti" da un punto di vista psicologico.
Inutile dire che la storia narrata per raccontare come Galloway sia giunto alla formulazione del suo metodo sia calzante per me. Sembra, infatti, che durante la gara di qualificazione per le Olimpiadi del '72, Galloway abbia volutamente rallentato il ritmo nell'ultimo tratto per motivare il compagno e permettere che anche lui si qualificasse.
Non credo al caso. O meglio, non credo al caso spossesato di una componente piu' importante. Per me il caso e' un messaggio che Qualcuno mi vuole dare, una rassicurazione, una semplice pacca sulla spalla per dire:"Va bene cosi', vai avanti!"
Non nego che la lettura del progamma mi abbia messo difronte alla nuda cifra sempre piu' crescente dei 42 K, mi sono spaventata, ho pensato seriamente di essere una pazza, una folle per desiderare una cosa simile, ma lo voglio, forse e' l'unica cosa vera che sento nel mio cuore, ci voglio provare, lo voglio fare!