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Insisti, Persisti, Raggiungi e Conquista.




venerdì 2 novembre 2012

La prima partenza ed il primo arrivo


Gli ultimi giorni sono volati via divisi tra l'inesauribile speranza che il ginocchio non facesse più male e l'ansia di vedere sopraggiungere una calamità naturale, l'uragano Sandy, che minacciava tutto di nuovo.
Il ginocchio è stato coccolato a regola d'arte e la Tecar terapia ha fatto in 3 sedute da 30 minuti, quello che un'intera scatola di antinfiammatori non ha minimamente pensato di poter fare. Mercoledì sera mi era quasi sparita la paura e volevo cedere alla gioia di uscire a sgranchirmi le gambe! Non l'ho fatto, sono stata brava!. L'obiettivo è grosso e richiede esclusività. Il dopo sarà tutta un'altra storia. L'uragano è arrivato viaggiando a 30 km orari, lento...ma così ha avuto più tempo per pensare ai danni da fare. Dopo il suo passaggio, le foto che circolavano sono state incredibili, da lasciare di stucco e insinuare il dubbio di dover ammettere che la natura ha un suo corso che non si può cambiare. Io è Nik abbiamo deciso di non farci prendere dal panico e con il sorriso ci siamo detti:"sarà un'avventura fino in fondo, di nuovo!" Abbiamo tenuto monitorata la situazione e abbiamo fatto le cose con ordine. Solo ieri sera difronte alle valigie vuote da riempire si percepiva un po' di onesta elettricità: riusciremo ad arrivare? Riusciremo a correre con il tuo ginocchio? Riusciremo a correre dopo 10 gg di forzato riposo? Mi sorprendo ad avere fiducia nel divertimento che la corsa ti fa provare, nell'adrenalina di una nuova avventura e nell'incoscienza di star toccando l'obiettivo tanto atteso e pensato.
In questi giorni Nik mi ha regalato un libro per il viaggio in aereo, ma non ho resistito e l'ho letteralmente divorato in un paio di giorni. Due piccoli passi sulla sabbia non è un libriccino da niente, una storia come le altre. Dovrebbero metterlo tra manuali di vita. Quei libri che tieni sul comodino per razionalizzare le tue giornate e rivedere le tue incertezze, le tue paure. Un inno alla vita. Un inno alla vita anche quando non è più vita. Mi rendo conto che mi ha aiutato a non abbattermi per i 2 eventi avversi e per assaporare il mio "mai dire mai" . Oggi,  io è Nik abbiamo fatto il check in nello stesso aeroporto da dove 4 anni fa siamo partiti per il viaggio di nozze. Sedentari, almeno in parte, ingenui anche se curiosi allora, in partenza per una maratona, la prima di una possibile lunga serie, sempre curiosi , forse di più, oggi. Adoro questa ritrovata voglia di fare, questo entusiasmo verso le cose che non si conoscono, ma che il sogno avvicina e la tenacia realizza.
 Quando mi sono fatta male ho capito che il significato di una cosa del genere non è immediato a tutti, non è scontato. Per la maggior parte rimane una pazzia, una corsa come una campestre da liceo: se c'è la fai bene, se no, torni a casa. Mi sono resa conto che se  cominci a correre e ti piace tanto, non puoi fare a meno di parlarne perché quello che ne trai è talmente benefico che non riesci a trattenerti. Lo devi condividere. Mi sono resa conto che il valore che ognuno dà alla sua corsa è diverso, come ogni cosa nel mondo, anche se questa mattina in aeroporto c'era comunque qualcosa di forte che accomunava le persone in attesa, così come le diverse persone su questo aereo. È normale certo, ma pur sempre affascinante.

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